Anche la Reuters porta la notizia.
ROMA (Reuters) – A breve i militari imbarcati sulle navi italiane nelle zone a rischio pirateria saranno una realtà, grazie a un protocollo d’intesa firmato oggi al Ministero della Difesa.
Dopo il decreto del mese scorso che ha aperto la strada alla presenza sulle navi italiane di contractor e di militari, oggi è stata la volta del protocollo d’intesa che regola la presenza di marinai sui mercantili, firmato dal capo di stato maggiore della Difesa Biagio Abrate e dal presidente di Confitarma (la confederazione italiana degli armatori) Paolo d’Amico, alla presenza del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
“Dieci unità con base a Gibuti, composta ciascuna da sei marinai, potranno essere impiegate in funzione di difesa sulle navi battenti bandiera italiana che lo richiedono“, ha detto La Russa in conferenza stampa.
Il Ministro ha spiegato che il Governo ha “cercato di accelerare al massimo, perché c’è grande bisogno di offrire una protezione più adeguata alle navi in quella parte del mondo“, come dimostra anche l’assalto subìto ieri al largo delle coste somale dalla Montecristo, nave dell’armatore livornese D’Alesio diretta in Vietnam, con 23 persone a bordo.
Il presidente di Confitarma ha espresso grande soddisfazione per l’accordo, in base al quale gli armatori pagheranno un rimborso alla Difesa – il cui importo è da definire – per l’impiego dei militari sulle navi.
“Il teatro operativo della pirateria somala è … la zona di traffico su cui transitano un terzo del petrolio che viene in Occidente e il 20% delle merci in genere: è una zona di primaria importanza ai fini economici“, ha sottolineato d’Amico.
“Oggi diamo una fortissima risposta alla comunità dei marittimi italiani“, ha aggiunto il presidente di Confitarma. “E’ una riposta forte ed efficace“.
I militari non potranno essere impiegati immediatamente sulle navi: “Dobbiamo stabilire le regole d’ingaggio“, ha spiegato l’ammiraglio Bruno Branciforte, numero uno della Marina, precisando comunque che non ci vorrà molto perché si tratterà di regole “semplici, basate sul principio di autodifesa“.
Con il protocollo firmato oggi, ha sottolineato Branciforte, la Marina italiana è impegnata, “oltre che nella sorveglianza (navale), anche in una forma di protezione diretta dei mercantili“.
Il mese scorso il settore degli armatori ha chiesto alle Nazioni Unite di creare una forza armata per poter fronteggiare la crescente minaccia rappresentata dai pirati con militari a bordo dei mercantili.
Attualmente sono circa 17 le navi sequestrate. I negoziati per il rilascio in genere durano mesi. Socotra 1, un mercantile yemenita catturato a Natale del 2009, è ancora nelle mani dei pirati.
Oltre alla Montecristo, sono al momento in mano ai pirati altre due navi italiane, la petroliera Savina Caylyn e la motonave Rosalia D’Amato, sequestrate rispettivamente l’8 febbraio e il 21 aprile.
(Antonella Cinelli)
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