La Somalia e la Pirateria del Corno d’Africa


Continuano gli attacchi di pirateria somali, lanciati al largo delle coste orientali africane, lungo il Corno d’Africa ed in mare aperto, specie quanto cessano i monsoni. Come quest’anno. Negli ultimi mesi gli attacchi si sono, infatti, triplicati rispetto al periodo precedente. Aumentano le navi, anche italiane sequestrate, ci sono bambini danesi tenuti in ostaggio, molti sono gli uomini che costituivano gli equipaggi che non vedono da mesi le proprie famiglie. Manca un coordinamento Europeo politico, ed anche se, sul piano Militare vi è un certo coordinamento per fronteggiare almeno nell’emergenza il fenomeno – è stato tra l’altro creato un corridoio per il transito sicuro delle navi – manca un preciso impegno politico di governo per aumentare la difesa armata delle navi mercantili e turistiche.

Infatti in Italia, la proposta di difendere le navi civili di bandiera, con contractor e/o militari a bordo non va ne avanti ne indietro. Eppure era stato annunciato un via libera dopo la riunione di Montecitorio, per la presenza dei militari e/o contractor sulle navi, all’indomani dell’attacco alla nave “Rosalia d’Amato”, della Compagnia “Perseveranza Navigazione” di Giuseppe D’Amico, del 21 aprile 2011.

Intanto, se fino a poco tempo fa cresceva il business delle agenzie di assicurazioni, al “Mare Forum 2011” del 9 maggio scorso, una compagnia avrebbe annunciato che la propria capacità organizzativa, stesse specializzandosi nel soccorso delle navi sequestrate previo, contratto di assicurazione. Cosa che fa lievitare i costi del trasporto, alcuni sostengono, fino a quasi raddoppiare la quota di spesa. Ora queste Compagnie, riconoscendo il rischio molto elevato degli attacchi dei pirati e delle conseguenze, pare stiano rivalutando l’affare, e non si esclude che abbandonino l’iniziativa, lasciando sole le navi in mano a facili attacchi dei pirati somali, sempre più armati, organizzati e pericolosi. E’ una vera nuova fonte di lavoro e ricchezza per la Somalia, che alcune organizzazioni alimentano comprando refurtive e quant’altro si può rimediare dal sequetro di queste navi, carico, ovviamente, compreso.

Un grosso problema, molto spesso ignorato, e che pare lasciato alle capacità militari europee ed internazioni, ma che denota una latitanza del mondo politico nell’affrontare seriamente il problema.

Antonio Conte


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