Cadorna: Comando e Strategia


Breve biografia

Origini e Formazione Militare: Luigi Cadorna nacque il 4 settembre 1850 a Pallanza, in una famiglia con una forte tradizione militare. Suo padre, Raffaele Cadorna, era un generale che aveva combattuto in Algeria, Crimea e nella Battaglia di San Martino. Cadorna intraprese la carriera militare in giovane età, seguendo le orme del padre. Divenne Sottotenente a 18 anni, nel 1868.

Carriera Militare Pre-Guerra: La sua carriera militare si sviluppò alternando incarichi di stato maggiore e comando di truppe. Nel 1892, raggiunse il grado di Colonnello, comandando il 10° Reggimento Bersaglieri e servendo come Capo di Stato Maggiore dell’VIII Corpo d’Armata. La sua ascesa nei ranghi militari fu costante, ricoprendo incarichi di crescente responsabilità e distinguendosi per la sua competenza e dedizione.

Capo di Stato Maggiore Durante la Prima Guerra Mondiale: Nel 1914, dopo la morte improvvisa del Generale Alberto Pollio, Cadorna venne nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, in un momento cruciale in cui l’Europa era sull’orlo della Prima Guerra Mondiale. Dimostrò subito grande energia nel preparare l’Esercito Italiano al conflitto imminente, guidandolo poi in una serie di offensive durante la guerra.

Personalità e Approccio al Comando: Cadorna era un uomo di grande rigore morale, disciplina e ferrea dedizione al dovere. Sin dai suoi primi anni di servizio, si distinse per il suo carattere forte, l’energia instancabile e l’amore per lo studio e la riflessione. Era un fervente sostenitore dell’attacco frontale come strategia militare, convinto che la determinazione e la pressione costante sul nemico fossero la chiave per la vittoria. Questa sua convinzione lo portò a sottovalutare l’impatto delle nuove tecnologie belliche e delle difese trincerate, con conseguenze tragiche per l’esercito italiano.

Eredità Controversa: Luigi Cadorna rimane una figura complessa e controversa nella storia militare italiana. È riconosciuto per la sua preparazione, la dedizione e alcune intuizioni strategiche, come la costruzione della “Strada Cadorna” sul Monte Grappa. Tuttavia, la sua fede nell’attacco frontale a oltranza e il suo stile di comando autoritario e spesso insensibile alle esigenze dei suoi soldati, hanno contribuito alle pesanti perdite subite dall’Italia durante la Prima Guerra Mondiale.

Caratteristiche Militari di Luigi Cadorna

Le caratteristiche fondamentali che hanno definito la figura di Luigi Cadorna come soldato sono evidenziate in diverse fonti.

Eredità Controversa: Luigi Cadorna rimane una figura complessa e controversa nella storia militare italiana. Sebbene sia riconosciuto per la sua preparazione, la dedizione e alcune intuizioni strategiche, la sua fede nell’attacco frontale a oltranza e il suo stile di comando autoritario hanno contribuito alle pesanti perdite subite dall’Italia durante la Prima Guerra Mondiale [5]. La sua figura e le sue azioni continuano ad essere oggetto di dibattito tra gli storici [8].

Solida Formazione Militare e Ascesa: Proveniente da una famiglia con una forte tradizione militare — suo padre, Raffaele, era un generale decorato [1] — Cadorna intraprese la carriera militare in giovane età, diventando Sottotenente a 18 anni [2, 3]. La sua ascesa nei ranghi militari fu costante, caratterizzata da comando di truppe e incarichi di stato maggiore [3]. Raggiunse il grado di Colonnello nel 1892, comandando il 10° Reggimento Bersaglieri e servendo come Capo di Stato Maggiore dell’VIII Corpo d’Armata [4].

Rigore, Disciplina e Fedeltà al Dovere: Sin dai suoi primi anni di servizio, Cadorna si distinse per il suo carattere forte, l’energia indomabile, la dedizione al lavoro e un ferreo attaccamento al dovere [3]. Queste caratteristiche, unite a una profonda convinzione nell’importanza della disciplina, hanno plasmato il suo approccio al comando.

Fede nell’Offensiva: Cadorna era un convinto sostenitore dell’attacco frontale come strategia militare. Credeva che la determinazione e l’aggressività fossero fondamentali per ottenere la vittoria [5, 6]. Tuttavia, questa sua convinzione lo portò a sottovalutare l’impatto delle armi moderne e delle difese trincerate, causando pesanti perdite all’esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale, in particolare nelle battaglie dell’Isonzo [5].

Relazioni Controverse: Le fonti descrivono Cadorna come un uomo di grande intelligenza e capacità strategica, ma anche come un comandante autoritario e spesso insensibile alle esigenze dei suoi soldati [5, 7, 8]. La sua tendenza a “fare e disfare i quadri superiori delle forze armate” [9] e l’uso indiscriminato dei siluramenti per rimuovere ufficiali dal comando hanno minato il morale dell’esercito e creato un clima di sfiducia [9]. Cadorna giustificava questo suo approccio con la necessità di avere al comando solo i migliori, ritenendo molti generali inadatti alla guerra moderna [9].

Approccio di Cadorna vs. Altri Comandanti Alleati

Le fonti evidenziano alcune differenze chiave tra l’approccio di Cadorna alla guerra e quello di altri comandanti alleati durante la Prima Guerra Mondiale.

1. Autonomia e Influenza Politica:

  • Cadorna godeva di una libertà d’azione e di un’influenza politica senza pari tra i comandanti alleati. A differenza di altri leader militari, come il generale francese Joffre o il britannico Haig, Cadorna riuscì a ritagliarsi un ruolo di grande autonomia rispetto al governo, soprattutto durante il governo Boselli [1, 2].
  • Questa posizione gli permise di imporre la sua visione strategica, accentrando nelle sue mani un potere decisionale notevole. Alcuni storici paragonano l’ampiezza dei suoi poteri a quella della “dittatura militare” instaurata in Germania da Falkenhayn e successivamente da Hindenburg e Ludendorff [1, 2].

2. Fede nell’Attacco Frontale e Sottovalutazione delle Armi Moderne:

  • Cadorna era un fervente sostenitore dell’attacco frontale, convinto che la determinazione e la pressione costante sul nemico fossero la chiave per la vittoria [3, 4].
  • Questa sua convinzione lo portò a sottovalutare l’impatto delle nuove tecnologie belliche, come le mitragliatrici e l’artiglieria pesante, che avevano trasformato la guerra in una logorante battaglia di trincea [3, 4].
  • Al contrario, altri comandanti alleati, pur con diverse sfumature, riconobbero più rapidamente la necessità di adattare le proprie strategie alla nuova realtà del fronte, cercando di sviluppare tattiche innovative per superare lo stallo delle trincee.

3. Gestione del Comando e “Siluramenti”:

  • Lo stile di comando di Cadorna era autoritario e centralizzato. Egli esercitava un controllo ferreo sull’esercito, intervenendo spesso nella nomina e nella rimozione degli ufficiali superiori [5].
  • La sua pratica dei “siluramenti”, ovvero la destituzione improvvisa di ufficiali ritenuti inadatti, ha generato molte controversie [5]. Se da un lato Cadorna la giustificava con la necessità di avere i migliori al comando, dall’altro questa pratica creò un clima di sfiducia e di timore all’interno dell’esercito, inibendo l’iniziativa e la capacità di leadership a tutti i livelli [5].

4. Scarsa Attenzione al Morale delle Truppe:

  • Le fonti descrivono Cadorna come un comandante distaccato e spesso insensibile alle sofferenze dei suoi soldati [6].
  • La sua rigida disciplina, le punizioni severe e la scarsa attenzione al benessere dei soldati — come evidenziato dalle sue circolari che incoraggiavano le fucilazioni sommarie e le decimazioni — hanno contribuito a minare il morale dell’esercito italiano [7].
  • Al contrario, altri comandanti alleati, come il generale francese Pétain, compresero l’importanza di sostenere il morale delle truppe, migliorando le loro condizioni di vita e riconoscendo il loro sacrificio.

In conclusione, l’approccio di Cadorna alla guerra si distinse per l’autonomia politica, la fede nell’attacco frontale, lo stile di comando autoritario e la scarsa attenzione al morale dei soldati. Queste caratteristiche lo differenziarono da molti altri comandanti alleati, che seppur con errori e limiti, dimostrarono una maggiore capacità di adattamento alla nuova realtà della guerra moderna.

Luigi Cadorna: Una Cronologia

  • 4 settembre 1850: Luigi Cadorna nasce a Pallanza, in una famiglia con una forte tradizione militare. Suo padre, Raffaele Cadorna, era un generale che aveva combattuto in Algeria, Crimea e nella Battaglia di San Martino.
  • 1868: A 18 anni, Cadorna diventa Sottotenente nel Corpo di Stato Maggiore. Fin da subito, dimostra un carattere forte, un’energia indomabile, un amore per lo studio e la riflessione, tenacia nel lavoro e un attaccamento ferreo al dovere.
  • 1892: Cadorna viene promosso a Colonnello e ottiene il comando del 10° Reggimento Bersaglieri. Successivamente, diventa Capo di Stato Maggiore dell’VIII Corpo d’Armata.
  • 1898-1905: Promosso a Maggior Generale, Cadorna comanda la Brigata Pistoia.
  • 1905-1911: Cadorna serve come Tenente Generale, comandando le Divisioni di Ancona e Napoli.
  • 1911: Assume il comando del IV Corpo d’Armata.
  • 1914: Dopo la morte improvvisa del Generale Alberto Pollio, Cadorna viene nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, mentre incombe la Prima Guerra Mondiale. Si mette subito al lavoro per preparare l’Esercito Italiano alla guerra.
  • Maggio 1915: L’Italia entra in guerra e Cadorna guida l’esercito in una serie di offensive sull’Isonzo.
  • Primavera 1916: Cadorna respinge l’offensiva austriaca in Trentino e ottiene la vittoria di Gorizia.
  • Agosto 1917: L’esercito italiano, sotto il comando di Cadorna, sconfigge gli austriaci nella Battaglia della Bainsizza.
  • Ottobre 1917: L’esercito italiano subisce una grave sconfitta a Caporetto. Cadorna attribuisce la colpa ai soldati e ai politici. Viene sostituito dal Generale Armando Diaz.
  • 1916: Cadorna ordina la costruzione di una strada e di due teleferiche per portare uomini e mezzi sul Monte Grappa, in previsione di un’eventuale ritirata dal fronte trentino. La strada, completata poco prima della disfatta di Caporetto, diventerà nota come la “Strada Cadorna”. Il Monte Grappa si rivelerà un punto strategico per la difesa della Pianura Padana.
  • 1924: Benito Mussolini nomina Cadorna Maresciallo d’Italia.
  • 21 dicembre 1928: Cadorna muore a Bordighera. Le sue spoglie riposano in un mausoleo a lui dedicato a Pallanza.

Luigi Cadorna rimane una figura controversa nella storia militare italiana. Le sue decisioni e le sue azioni durante la Prima Guerra Mondiale, in particolare la serie di offensive sull’Isonzo e la disfatta di Caporetto, sono ancora oggi oggetto di dibattito tra gli storici.


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