Groenlandia? Non in vendita: Sovranità, Diritto e Identità Europea da Difendere


1. La Groenlandia tra America e Europa
2. Diritto internazionale e autodeterminazione dei popoli
3. Europa: civiltà giuridica, dialogo e pluralismo
4. La voce americana del dialogo
5. Un’identità europea da difendere
6. Conclusione

Nel 2019, l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump dichiarò pubblicamente l’interesse ad acquistare la Groenlandia, suscitando reazioni che andavano dallo stupore alla ferma opposizione da parte della Danimarca e della stessa Groenlandia. La proposta, inizialmente accolta come una boutade diplomatica, ha invece portato alla luce questioni profonde e tutt’oggi attuali: chi ha il diritto di decidere sul destino di un territorio? Qual è il valore politico e simbolico della Groenlandia? E quale ruolo gioca, in tutto questo, l’identità europea?

1. La Groenlandia tra America e Europa

Geograficamente, la Groenlandia fa parte del continente nordamericano. Politicamente, invece, è una regione autonoma del Regno di Danimarca, con cui mantiene un legame istituzionale e culturale profondo. Dal 1979, con l’istituzione del governo locale, e ancora più dal 2009 con l’Act on Greenland Self-Government, la Groenlandia ha ottenuto ampie competenze legislative e amministrative, pur restando sotto la sovranità del Regno danese¹.

Nel 1985 ha scelto, tramite referendum, di uscire dalla Comunità Economica Europea (ora UE), ma non ha mai interrotto il legame con l’Europa politica e giuridica: le sue istituzioni sono modellate su quella tradizione europea che fa del diritto, del pluralismo e della rappresentanza democratica i propri cardini.

2. Diritto internazionale e autodeterminazione dei popoli

L’idea di “comprare” un territorio sovrano non trova spazio nel diritto internazionale contemporaneo. La Carta delle Nazioni Unite riconosce il diritto all’autodeterminazione come principio fondamentale (Art. 1, comma 2), e ogni proposta di trasferimento di sovranità deve necessariamente tener conto della volontà dei cittadini coinvolti².

La Groenlandia non è una proprietà negoziabile, ma una comunità con un’identità culturale — in parte Inuit, in parte europea — e un proprio sistema democratico. Ridurre un popolo a merce di scambio economico rappresenta un ritorno a logiche coloniali che l’Europa, dopo secoli di storia travagliata, ha scelto di superare.

3. Europa: civiltà giuridica, dialogo e pluralismo

L’Europa, nella sua complessità, è più di un’Unione economica: è un progetto civile fondato sull’idea che i popoli, grandi o piccoli, hanno pari dignità, e che il rispetto delle minoranze, delle culture locali, della sovranità democratica non è negoziabile.

Pensatori come Immanuel Kant, con la sua idea di “pace perpetua” fondata sul diritto e sul rispetto reciproco tra le nazioni; Jean Monnet, padre fondatore dell’integrazione europea che vide nella cooperazione tra Stati il superamento dei conflitti; o ancora Hannah Arendt, che ci ha insegnato il valore della pluralità e della responsabilità politica, sono le voci di un’Europa che non impone, ma dialoga. Un’Europa che costruisce ponti, non muri; che riconosce la forza della legge come argine alla prepotenza.

4. La voce americana del dialogo

Non tutta l’America ha appoggiato la logica dell’acquisto. Anche nel pensiero statunitense esistono voci profondamente legate alla pace, al diritto e al rispetto internazionale. Tra queste spicca John Dewey, filosofo pragmatista e fautore della democrazia partecipativa, che vide nella cooperazione tra le nazioni un valore educativo e politico. Dewey sosteneva che la pace non si costruisce con gli atti di forza, ma con la comprensione reciproca e l’educazione civica³.

5. Un’identità europea da difendere

Rivendicare la legittimità delle istituzioni groenlandesi, e il loro legame con il sistema giuridico e amministrativo europeo, non è solo una difesa del diritto, ma una riaffermazione dell’identità europea come spazio di civiltà, tolleranza e dialogo tra i popoli.

La Groenlandia ha il diritto di autodeterminarsi, di scegliere liberamente i propri alleati, di stringere accordi economici e diplomatici secondo il proprio interesse. Ma questo diritto non può essere bypassato da proposte di “acquisto” che ignorano la sovranità popolare.

Noi, come europei, non ci opponiamo all’America. Anzi, riconosciamo nei legami storici e culturali tra USA e Europa una base preziosa di collaborazione. Ma proprio per questo chiediamo che quel dialogo si fondi sul rispetto reciproco, non sul dominio.

6. Conclusione

La Groenlandia non è in vendita perché la libertà non si compra. È un popolo autonomo, che decide secondo regole e istituzioni profondamente europee, eredi di una cultura giuridica che mette al centro la persona, la comunità, il diritto. Sostenere la Groenlandia significa sostenere l’idea di un mondo in cui i popoli non si conquistano, ma si ascoltano. Significa difendere l’Europa non solo come geografia, ma come civiltà del diritto, della pace e del rispetto.

A. C.


Note

  1. Government of Greenland, “Self-Government Act”, 2009.
  2. United Nations, Charter of the United Nations, 1945, Art. 1.2; Art. 55.
  3. John Dewey, Democracy and Education, 1916.

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