di Gianandrea Gaiani
Il campo di battaglia elettronica sul quale si combattono le “cyberwars” non è caratterizzato solo da hackers che tentano di penetrare i sistemi di difesa informatica dei siti governativi o delle aziende hi-tech del settore Difesa ma anche dall’utilizzo della rete come mezzo di comunicazione, propaganda e “formazione” dei gruppi terroristici. Siti ovviamente clandestini che cercano di sfuggire alle ricerche dei servizi di sicurezza. Solo la rete di al-Qaeda utilizza migliaia di siti internet, molti dei quali “volanti”, destinati a vita breve per poi ricomparire con nuovi nomi per sfuggire alla caccia dei servizi di antiterrorismo di tutto il mondo. A fare il punto sulla “macchina da guerra informatica” costituita dagli uomini di Osama bin Laden e dai numerosi gruppi jihadisti che aderiscono da al-Qaeda è stato il professor Ahmed Adimi, docente di scienze politiche all’università Ben Aknoun di Algeri ed ex colonnello dell’esercito in un convegno organizzato dal Centro per le ricerche strategiche Echaab.
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