Donato Briscese: Eroe di Nikolajewka, Orgoglio di Venosa
Antonio Conte, Venosa, 20 Febbario 2025 – In un lembo di terra ghiacciato, bagnato dal sangue e segnato dalla storia, un uomo, un soldato, un concittadino della nostra amata Venosa, ha scritto una pagina indelebile di valore e sacrificio. Donato Briscese, nato appunto a Venosa il 7 aprile 1918, è un simbolo di abnegazione e coraggio, un fulgido esempio di come il senso del dovere possa spingersi oltre i limiti umani.
La sua storia, intrisa di umiltà e dedizione, inizia in una modesta famiglia di agricoltori. Chiamato alle armi nel 1939, Briscese fu assegnato al 2° Reggimento Genio Pontieri. Partecipò alle operazioni di guerra sul fronte occidentale nel 1940. Nel 1941, promosso Caporale, partì con il suo battaglione per il fronte russo.
Il fronte russo fu lo scenario in cui Briscese si distinse per il suo valore. Il 20 febbraio 1942, a Nikolajewka, durante un aspro combattimento, si sacrificò eroicamente. Caposquadra mitraglieri, guidò i suoi uomini all’attacco con ardita decisione, infliggendo gravi perdite al nemico. Nonostante le ferite, rifiutò ogni cura, rimanendo al suo posto e incitando i suoi uomini alla resistenza. Quando l’arma divenne inutilizzabile, si pose alla testa dei superstiti, cercando di arrestare il nemico con il lancio di bombe a mano, fino a quando fu colpito a morte da una raffica di mitragliatrice. Il suo sacrificio eroico a Nikolajewka gli valse la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
La motivazione della medaglia recita: ” Pontiere caposquadra mitraglieri, in aspro combattimento contro rilevanti forze, portava i dipendenti con ardita decisione all’attacco, infliggendo gravi perdite al nemico. Caduti alcuni serventi, benché ferito una prima volta, rimaneva al proprio posto incitando i suoi uomini alla resistenza ed assicurando l’efficace fuoco dell’arma. Ferito una seconda volta al capo da una scheggia di mortaio, cosciente della critica situazione per la grave minaccia nemica, rifiutava ogni cura e continuava audacemente la lotta. Rimasta l’arma inutilizzabile, si poneva alla testa dei superstiti e cercava ancora di arrestare il nemico con lancio di bombe a mano, finché colpito a morte da raffica di mitragliatrice, immolava la propria vita, fiero di avere contrastato il passo al nemico prodigandosi oltre gli umani limiti del dovere. Nikolajewka (Fronte russo) “.
La sua morte non fu vana. Briscese incarnò il coraggio, l’abnegazione e l’amore per la patria, valori che lo spinsero a sacrificare la sua stessa vita per il bene comune.
Il ricordo di Donato Briscese è vivo nella sua città natale, Venosa.
- Una lapide nella piazza principale e una via portano il suo nome ed il testo della motivazione della MDVM, come sopra riportata.
- A Legnago, la Caserma dell’8º Reggimento genio guastatori paracadutisti “Folgore” è intitolata a lui.
- Anche la Caserma del 10º Reggimento trasporti della Brigata meccanizzata “Pinerolo” di Bari porta il suo nome.
- Un busto in bronzo lo ricorda presso il Sacrario dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio a Roma.
La sua storia è un monito per le nuove generazioni, un invito a non dimenticare i valori che hanno reso grande il nostro Paese. Donato Briscese è un eroe che ha saputo anteporre il bene comune agli interessi individuali, un esempio di cittadinanza attiva e di amore per la patria.
La commemorazione di Donato Briscese non è solo un atto di rispetto verso un eroe del passato, ma anche un’occasione per riflettere sul significato del sacrificio e del dovere. La sua storia ci ricorda che la libertà e la pace sono valori preziosi che vanno difesi ogni giorno, con coraggio e determinazione.
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